Zi vidimmu alla Torres

di Cosimo Filigheddu e Roberto Sanna

regia Alfredo Ruscitto

con Teresa Soro, Alessandra Spiga, Andrea Riccio, Emanuele Floris, Mario Lubino, Ignazio Chessa, Stefano Dionisi, Michelangelo Ghisu e Paolo Colorito

scenografia Vincenzo Ganadu

Estate 1997, un anno particolarmente triste per i tifosi della Torres, che si trova sull’orlo del fallimento. Sono trascorsi meno di 10 anni dai campionati fantastici con Gianfranco Zola e Mario Piga, dal derby col Cagliari allenato da Claudio Ranieri e da una promozione in serie B sfumata ai play off. La Torres precipita fra i dilettanti e viene messa all’asta al prezzo simbolico di centomila lire. Solo una persona si fa avanti, Fabio Moro, sassarese, brillante imprenditore della new economy con interessi nella Silicon Valley. Il presidente Fabio Moro scopre in Argentina un sassarese doc che allena la squadra dei giovanissimi del Boca juniors e lo riporta a Sassari, affidandogli la Torres. Sotto la guida di Daniele Bertone la Torres in tre anni passa dalla serie C alla serie A. Non solo, ma è prima in classifica e deve disputare l’ultima partita con la blasonata Juventus, per vincere lo scudetto. Ma un grosso problema si presenta: è quello dello stadio. Infatti la Torres vincendo il campionato, disputerà la coppa dei campioni e naturalmente l’Acquedotto è inadeguato per ospitare una manifestazione di tale importanza. A questo punto politici che hanno forti interessi nel campo edilizio chiedono esplicitamente a Moro di affidare loro i lavori per il nuovo stadio promettendo un forte tornaconto personale. Moro, imprenditore geniale ma uomo profondamente onesto, rifiuta sdegnosamente tale offerta e trova una soluzione alternativa. Nello sviluppo della vicenda, insieme a personaggi realistici, quali presidente, allenatore, giocatori, tifosi, politici faccendieri e nientedimeno che Omar Sivori, inviato per la Domenica Sportiva dalla TV di Stato per l’importantissima partita, vi sono tre personaggi che potremmo definire fantastici e che rappresentano “la Fortuna”, “il Destino” e “il Portafortuna”, che intervengono nello sviluppo dell’azione scenica.

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