Tre mosthi di fammi
da Antonio Petito
regia Giampiero Cubeddu
con Italo Delogu, Mario Lubino, Teresa Soro, Alfredo Ruscitto, Carlo Valle e Gianni Sini
scenografia Giovanni Lubino, scenotecnica Antonio Sisto
luci e fonica Marcello Cubeddu
Tratta da una piece di Antonio Petito è una farsa dal sottotitolo ironico “lu dozi”, “lu feu” e “lu maru” che fa pensare al celeberrimo film di Sergio Leone “Il Buono, il Brutto e il Cattivo”. Al suo debutto ha riscosso un grande consenso di pubblico grazie alla sua comicità dialettale diversa dal solito clichè del bozzetto. Al centro della vicenda rappresentata le avventure tragicomiche di tre artisti morti di fame impegnati quotidianamente nella ricerca del cibo necessario per sopravvivere. L’intreccio si complica ulteriormente quando “lu maru” invita a cena la sua fiamma Luisella, costringendo i due compagni di fame “lu dozi” e “lu feu” ad architettare un tentativo di truffa ai danni del fratello ricco per procurarsi i soldi per la grande abbuffata. La truffa, ovviamente, crollerà miseramente in presenza del nipote scemo. Ma le disgrazie per i tre non finiscono mai. Infatti nel finale li vedremo impegnati in una grottesca messa in scena di un funerale per sfuggire ai creditori ed in particolar modo alla padrona di casa Donna Leonarda piombata come un fulmine in casa per reclamare il pagamento degli affitti arretrati.