Miragulu... Miragulu!
di Anton Paolo Tanda
coordinamento scenico Alfredo Ruscitto
con Mario Lubino, Alessandra Spiga, Teresa Soro, Chicca Sanna, Carlo Valle, Antonietta Toschi Pilo, Emanuele Floris, Alessandro Gazzale, Michelangelo Ghisu, Margherita Nurra, Pasquale Poddighe, Paolo Colorito, Gianni Sini e Lucia Dore
accompagnamento musicale Corale A. Vivaldi - direttore D. Manca e Ottoni di Sassari "Brass Quintet"
luci e fonica Marcello Cubeddu, scenografia Scenosist, costumi Sartoria teatrale Falpalà
“Miragulu, Miragulu” una rappresentazione storica tra il sacro e il profano, parte dalla storia dell’apparizione della Madonna ad un muto su una roccia vicino alla spiaggia a Pedrugnano; il muto aveva parlato, la Madonna era scomparsa ed era stata ritrovata da un agricoltore su un ulivo e sotto, una tavola recante la scritta “Noli me tollere. Anton Paolo Tanda, come ogni autore che si rispetti, ha modificato e costruito una storia complessa in cui il muto è un giovane che ha perduto la parola per un trauma psichico e poi decide di non parlare più. La sua scelta non è stata quella di drammatizzare il racconto tradizionale, perché tutto si sarebbe risolto in una rappresentazione corretta e agiografica del fatto. Egli ha voluto invece affrontare un tema fondamentale della storia dell’umanità: il potere e i suoi rapporti con la religione, l’etica, la libertà e la ragion di stato. La violenza dei prepotenti affonda le radici nelle vicende della storia più antica dell’uomo . L’uso del potere istituzionale per soddisfare egoismi personali è ancestrale. Esso ha dato luogo ad incesti, delitti e ha provocato dolori di proporzioni gigantesche. Però, come ci fa notare l’autore, dal grande male può nascere il bene. E il suo racconto drammatico intende interpretare quella prodigiosa apparizione come un valore spirituale: cioè il vero miracolo non è l’evento esteriore, ma quello che quell’evento provoca nel cuore degli esseri umani. Naturalmente in un’opera come questa si avverte il rapporto che l’autore nutre nei confronti sia della Madonna, per un voto fatto, ma soprattutto per la sua terra in cui è nato e vissuto quando era giovane e verso la quale col passare degli anni tale rapporto si è ulteriormente rinsaldato. La vicenda è ambientata nel 1208 e suddivisa in quadri itineranti, che si sono snodati dal piazzale della Chiesa dei cappuccini, Piazza S’Antagostino, Via Fiorentina dove si trova la casa Gambella, via Bicocca e Via Vittorio Emanuele, da dove si è arrivati al Palazzo Baronale dove si è svolta gran parte dell’opera, per finire in Piazza del Comune.
foto di Michela Leo