La visita della vecchia signora

di Friedrich Durrenmatt

  traduzione e adattamento di Mario Lubino e Marco Spiga

regia  e impianto scenico di Marco Spiga

con Teresa SoroMario Lubino, Alessandra Spiga, Chicca Sanna, Alfredo Ruscitto, Emanuele Floris,

Michelangelo Ghisu, Alessandro Gazale, Pasquale Poddighe, Paolo Colorito e Solferino Sodini

luci e fonica Marcello Cubeddu

A Gullen, lettamaio” in dialetto svizzero-tedesco e “Muntinaggiu” nella trasposizione in italiano e sassarese del Teatro Sassari, ritorna un giorno Clara Zachanassian, una vecchia signora costretta in gioventù a fuggire dal paese per la vergogna di essere stata sedotta e abbandonata dal fidanzato. Dopo varie umiliazioni, tra cui anche la prostituzione, la signora è riuscita però a diventare ricchissima e si presenta a Muntinaggiu con l’intenzione di vendicarsi del suo seduttore.  Offre, infatti, un miliardo, metà al Comune da investire in opere pubbliche e l’altra metà distribuita fra gli abitanti, a condizione che venga ucciso il suo seduttore, tranquillo padre di famiglia che gode ora della stima dell’intera comunità.  Inizialmente viene opposto un netto rifiuto, ma poi, attratti dalla possibilità di migliorare le loro precarie condizioni economiche, finiscono tutti per aderire al progetto omicida. Scritta nel 1956, è una fra le opere più conosciute di Durrenmatt. L'opera tratta i temi della punizione, dell’avarizia, della vendetta e della forza morale. L’ angoscia crescente di un Alfredo braccato come un animale a cui tutti voltano le spalle, gli amici, il sindaco, il prete, il brigadiere e persino la moglie ed i figli, si fa strada attraverso situazioni comico-grottesche di vita quotidiana. E’ una sorta di tranche de vie in cui convivono momenti di autentica comicità con momenti di grande angoscia, così come nella vita. Il fondamentale messaggio sottostante l’opera è che nella moderna  società il denaro può ottenere ogni cosa, come si evince dall'arrivo di Clara Zachanassian che, promettendo ricchezze, induce le persone ad odiare e persino ad uccidere e si abusa del concetto di giustizia, distorcendolo in modo grottesco.

foto di Michela Leo

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