La Pisana

di Cosimo Filigheddu

regia Marco Spiga

aiuto regia Alfredo Ruscitto 

con Teresa Soro, Alessandra Spiga, Mario Lubino, Pasquale Poddighe e Michelangelo Ghisu

con la partecipazione dell’Associazione Giudicato di Torres – Portotorres

costumi Associazione Giudicato di Torres

scenotecnica Scenosist

luci e fonica di Marcello Cubeddu

Gli Statuti del libero Comune di Sassari. Ne abbiamo una visione luminosa, di trionfante civiltà e di indipendenza, specialmente in questo periodo di celebrazioni accademiche e popolari dell’anniversario della traduzione in volgare logudorese ordinata nel 1316 dal podestà Cavallino de Honestis. Ma gli Statuti erano anche norme che incidevano profondamente nella vita di individui sofferenti che affrontavano un momento di travagliato passaggio del Medioevo sassarese, il guado dalla dominazione pisana a quella genovese. Dietro le leggi c’erano donne e uomini trascinati dalla corrente della storia e sbattuti su sponde e rocce da vorticosi eventi. Ed è questo lo spirito de “La Pisana”.
E’ un’opera in cui da una delle norme statutarie dall’interpretazione più discussa, quella che vietava alle donne di seguire i funerali, si dipana una storia carica di misteri e di suggestioni che muove dal periodo genovese torna indietro sino alla dominazione pisana e alla strage compiuta a Sassari dal Conte Ugolino della Gherardesca, lo stesso di cui Dante racconterà la raccapricciante fine.

I personaggi parlano in una sorta di grammelot in cui ci sono echi di Pisano e di Logudorese medievali e di quel Sassarese originato, secondo alcuni studiosi, dallo scontro-incontro di queste due parlate avvenuto durante la dominazione dei toscani. 

Lughe, una benestante sassarese dalle oscure origini, che il popolo chiama “La Pisana”, interpretata da Teresa Soro, viene scoperta, travestiva da uomo, a seguire il funerale del ricco Lapu a cui era legata da un misterioso rapporto. Fermata dalla folla e dalle guardie viene messa sotto processo e in una serie di visioni che si concretizzano sulla scena racconta la sua straordinaria storia evocando personaggi del suo intimo quale la madre prigioniera, una struggente e inquietante figura resa in scena da Alessandra Spiga, e altre figure storiche, quale lo stesso Conte Ugolino, potente e contradditoria personalità, vittima sofferente ma attiva delle violente necessità della guerra, insieme feroce e pietoso, affidato all’attore Mario Lubino.

foto di Michela Leo

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