Itaca! Itaca!



di Leonardo Sole

regia Giampiero Cubeddu

con Marco Spiga, Mario Lubino, Gaetano Lubino, Teresa Soro, Alessandra Spiga, Chicca Sanna, Italo Delogu, Gianni Sini e Marco Sanna

luci e fonica Marcello Cubeddu

“Itaca! Itaca!” di Leonardo Sole, in collaborazione con Jacques Thiers e Franco Scaldati, è un testo plurilingue e multicodice, una ragnatela linguistica delle varie lingue della Sardegna (sardo e sassarese), corso e siciliano. “Itaca! Itaca!” si ispira all’Odissea della tradizione omerica e antiomerica, rappresenta l’infinito naufragio di Ulisse.

Itaca è un territorio di strani incontri, sospesi fra passato e presente, tra vita e non-vita. Un mondo le cui radici crescono e si ramificano in senso orizzontale, lungo la memoria, l’incubo e il sogno. Tutti hanno un destino sul piano dell’esistenza. Ulisse incontra tutti con esiti diversi. L’anziano padre Laerte parla la sua stessa lingua ed ha i suoi stessi ricordi permeati da una malinconica tenerezza , ma rimane un fondo di amaro. Elpenore innamorato e sfortunato di Nausicaa, che accusa Ulisse di averlo assassinato. Tiresia il cieco indovino, dona anche voce all’ombra della vecchia madre Anticlea. Penelope, Circe, Nausicaa, la stessa Anticlea: donne o forse la proiezione di una sola che si aggirano come fantasmi irrequieti della memoria che rappresentano le sue gioie e i suoi dolori. L’amato Telemaco, figlio senza età, forse demente, che gli appare più vecchio di lui e che parla una lingua deflagrata da uno spazio-tempo impazzito. Il principe dei proci Antinoo, volgare innamorato di Penelope, che insinua in Ulisse il tarlo della gelosia, millantando di aver goduto i favori di Penelope. Al suo arrivo nell’isola tanto amata e agognata nessuno si ricorda più di lui e tutti parlano una lingua estranea, criptica. Ulisse, sempre più disperato, scopre che Itaca è il non-luogo della non-comunicazione. L’eroe famoso per la sua astuzia e per la sua intelligenza, per la sua capacità di inarrivabile ingannatore, scopre di essere un uomo solo e fragile, che non riesce a costruire più un rapporto con gli altri e con se stesso. Isola in un’isola. Per sempre. 

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