Gavino Occhioni

noto Ceggu a Balla

da Antonio Petito

regia Giampiero Cubeddu

aiuto regista Alfredo Ruscitto

con Mario Lubino, Alessandra Spiga, Alfredo Ruscitto, Pasquale Poddighe, Margherita Nurra, Gianni Sini, Antonietta Toschi Pilo, Alessandro Gazale e MIchelangelo Ghisu

scenografia Giovanni Lubino, scenotecnica Scenosist

 luci e fonica Marcello Cubeddu

Al centro della vicenda il povero Gavino che campa di elemosine fingendosi cieco. Il suo posto di lavoro, si fa per dire, è la Chiesa di San Giuseppe a Sassari, perché frequentata dai ricchi notabili più in vista della città. Tutto sembra procedere nella massima tranquillità, allorquando succede l’irreparabile: Gavino assiste ad un omicidio. Il pover’uomo, in preda al panico, paralizzato dalla paura, ammutolito, scappa  via veloce come una lepre. L’autore dell’omicidio, naturalmente si accorge di aver avuto un testimone e insegue il povero Gavino, che torna a casa. E’ qui che lo stanno aspettando due assistenti sociali, che hanno preso a cuore il suo caso di cecità e gli propongono il trapianto degli occhi. Contemporaneamente irrompe in casa l’assassino. Da qui si dipanano una serie di colpi di scena, di trovate sorprendenti e di assurde situazioni dall’esito esilarante. In questo contesto  i personaggi  vengono presentati in una luce comica ,  in cui i tic, le manie vengono mostrati  con spietata comicità.

foto di Michela Leo

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