Domanda di Matrimonio - L'orso
di Anton Cechov
regia Giampiero Cubeddu
con Marina Serra, Alfredo Ruscitto e Antonio Luvinetti
luci e fonica Marcello Cubeddu
I due scherzi comici furono scritti nel 1888 e vennero rappresentati lo stesso anno riscuotendo un clamoroso successo. La scelta di questi testi è determinata dall’esigenza di sfatare un vecchio luogo comune secondo il quale il teatro di Cechov deve essere rappresentato in chiave drammatica. Questo equivoco è nato dalla lettura e dalla messinscena del teatro dell'Arte di Mosca diretto dal grande Stanislavky. Di questo Cechov soffrì tantissimo perché egli considerava commedie o addirittura farse testi come “Tre sorelle” e “Zio Vania” e risulta dalle tante lettere inviate ad amici e alla sua fidanzata, attrice del teatro dell’Arte, come egli avversasse la lettura stanislavkiana dei suoi lavori. I due atti unici dimostrano chiaramente la vena comica del grande drammaturgo russo, il tessuto è pieno di gags, se non addirittura di scenette da circo, vere e proprie “clownerie”. L’umorismo di Cechov, che per certi versi anticipa Becket, nasce dall’incomunicabilità dei personaggi, che pur vivendo insieme, ascoltano di preferenza se stessi.